Il Col dei S’cios (o Schiosi) rappresenta un sito di rilevante interesse geologico, tanto da essere riconosciuto e tutelato come Geosito dalla Regione Friuli Venezia Giulia ( ). Questo luogo da secoli è apprezzato dai ricercatori per le sue peculiarità paleontologiche e geologiche, in particolare, sono da evidenziare gli affioramenti fossili a rudiste (Fm. del Calcare di Monte Cavallo), che caratterizzano la parte meridionale della dorsale del Monte Candaglia. Tra i pionieri degli studi paleontologici del sito, spicca il nome del dott. Giulio Andrea Pirona che, in un suo saggio del 1882, scrisse: “il luogo ha nome Col dei Schiosi (delle chiocciole), derivatogli dalla grande copia di avanzi fossili, specialmente gasteropodi, dei quali quelle roccie corrose e quasi direi guaste dall’azione meteorica sono ripiene, e che talvolta, liberi da ogni aderenza, giacciono disseminati sul suolo”. In poche righe Pirona illustra la straordinaria ricchezza fossilifera del Col dei S’cios, successivamente avvalorata anche da altri ricercatori dell’epoca. È importante sottolineare che molti dei reperti allora rinvenuti da Pirona sono stati asportati nel corso del tempo, sia per scopi scientifici e museali, sia per finalità non sempre destinate alla collettività. In questo contesto, appare pertanto fondamentale promuovere l’importanza della tutela e della conservazione delle testimonianze fossili rimaste in sito. ll Col dei S’cios non si distingue solo per il suo valore paleontologico, ma anche per le sue caratteristiche geologiche. Le “rocce corrose e guaste dall’azione meteorica” offrono uno scenario tipico delle aree carsiche modellate nel tempo dalla persistente azione dell’acqua. Il territorio appare tormentato da un grande numero di doline e le rocce sono segnate da morfologie carsiche di superficie come scannellature, fori di dissoluzione e solchi. Inoltre, l’acqua, penetrando tra le fratture delle rocce, crea profonde cavità che fungono da dreni verticali e costituiscono un’importante area di alimentazione per le sorgenti della pedemontana pordenonese. The Col dei S’cios (or Schiosi) is a site of significant geological interest, so much so that it is recognised and protected as a Geosite by the Region Friuli Venezia Giulia ( ). This spot has been appreciated by researchers for centuries for its palaeontological and geological peculiarities, in particular, the rudist fossil outcrops (the Formation of the Limestone of Monte Cavallo), which characterise the southern part of the ridge of Monte Candaglia, are worth highlighting. Among the pioneers of palaeontological studies of the site, the name of Dr. Giulio Andrea Pirona stands out and who, in an essay from 1882, wrote: “the place is called Col dei Schiosi (lit. “hill of the snails”), due to the large quantity of fossil remains, especially gastropods, of which those rocks, corroded and, I would almost say, damaged - by weathering, are filled, and which sometimes, free from any adhesion, lie scattered on the ground”. In a few lines Pirona illustrates the extraordinary fossiliferous richness of the Col dei S’cios, an observation subsequently supported by other researchers of the time. It is important to underline that many of the finds Pirona discovered back then have been removed over time, both for scientific research and museum display, and for purposes not always intended for the community. In this context, it therefore seems essential to promote the importance of protecting and preserving the fossil evidence remaining on site. The Col dei S’cios is not only distinguished by its palaeontological value, but also by its geological characteristics. The “rocks corroded… and damaged by weathering” offer a typical scenario of karst areas shaped over time by the persistent action of water. The zone is riddled by a large number of sinkholes (dolines) and the rocks are marked by surface karst morphologies such as grooves, dissolution holes and furrows. Furthermore, the water, penetrating between the fractures in the rocks, creates deep cavities that act as vertical drains and constitute an important recharge area for the springs of the Pordenone foothills. E
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